Progetto “Cucire il futuro”

A Kasoa, città satellite della capitale Accra, in Ghana, stiamo per aprire una scuola di sartoria rivolta alle ragazze del luogo. Un’opportunità per le giovani Ghanesi che, una volta uscite (molto presto) dalla scuola dell’obbligo, restano spesso in balìa di destini umilianti, imposti dal contesto sociale di assoluta povertà o dalle necessità delle loro famiglie. Imparare un lavoro come la sartoria potrebbe aprire loro un futuro migliore, e restituire una dignità che spesso è loro negata.

Nata da un’idea di Godfried Agbezudor (guida internazionale residente ad Accra), la scuola di sartoria è finora realizzata nelle sue strutture essenziali, con un arredo confacente agli usi locali. Si stanno realizzando gli allacciamenti di acqua, elettricità e fognature e si sono già acquistate alcune macchine da cucire. Per una classe di circa 15 ragazze occorrerà ingaggiare una maestra di sartoria locale che lavorerà 8 ore al giorno. Al taglio e cucito si vorrebbero aggiungere anche insegnamenti integrativi utili per l’autonomia futura delle utenti: lingue, diritto, economia domestica… Il piccolo progetto può segnare una svolta decisiva per queste ragazze, e si regge unicamente sull’autofinanziamento dei soci di AFRICAGOO

Aggiornamenti gennaio 2023

STORIA  DI  NAOMI

Naomi è una ragazza africana la cui storia è uguale a quella di migliaia di altre ragazze africane. Ha 25 anni e il sogno di diventare sarta. Sembra una cosa da poco, un sogno piccolo piccolo, tanto più che Naomi è stata raggiunta dalla nostra associazione, Africagoo, che offre vitto e alloggio gratuiti a  lei e ai suoi bambini più piccoli e, sempre gratuitamente, il tanto desiderato corso di cucito. Sembra fatta: lei si impegna molto, i bambini sono accuditi e curati. E invece no. Il sogno di Naomi si spezza quando per Natale deve tornare al villaggio. Perché Naomi, al villaggio, ha lasciato 2 figli, un maschio di 12 anni e una bambina di 9. Non hanno lo stesso padre. Il maschietto è nato quando Naomi ne aveva appena 12.

Senza alcuna istruzione, troppo povere per andare a scuola, le ragazzine come lei hanno come unica prospettiva che chi le ha messe incinte dia loro qualcosa da mangiare. Ma Naomi è diversa. Si propone di diventare sarta per mantenere se stessa, il bambino e contemporaneamente contribuire al reddito della famiglia appena formata. Ma quando manifesta questo desiderio, il padre del bambino, sdegnato, la abbandona col figlio e se ne va con un’ altra che mette incinta. Naomi subisce non solo il trauma dell’ abbandono, ma anche la disperazione di non sapere come sfamare se stessa e il figlio. A lei, come alla quasi totalità delle donne africane (e non solo), è stato insegnato che l’ unico modo per non morire di fame è trovarsi un altro uomo che sfami lei e il piccolo, le garantisca un tetto sulla testa e uno status di rispettabilità, un valore come donna. Naomi lo trova e con questo secondo fa altri tre figli. Lui lavora nei campi, non hanno soldi nemmeno per mettere insieme il pranzo e la cena, men che meno per mandare a scuola i ragazzi. Quando al villaggio arriva la proposta di Africagoo col corso gratuito di cucito, Naomi vede l’ opportunità di una svolta per lei, per i figli e anche per il compagno; la possibilità di una vita più dignitosa, l’ uscita dalla miseria nera. Ci prega di poter venire alla scuola portandosi dietro i due bambini più piccoli ( l’ ultima non ha nemmeno un anno) e, quando accettiamo, lei parte affidando al compagno i figli più grandi. Per due mesi vive felice inserita nel progetto “ Cucire il futuro”.  La casa-famiglia è molto bella ed è dotata di bagno, doccia, elettricità e acqua corrente: un sogno per lei che in vita sua non ha mai visto un WC o una doccia; c’ è cibo buono, altre donne con cui parlare, la sarta che insegna a cucire e l’aiuta con i bambini che vivono con lei accuditi, felici e ben nutriti. Naomi si impegna molto e impara presto. Ma arriva Natale e deve tornare al villaggio. E là la realtà cambia in modo brutale. Il suo compagno non ha affatto badato alla bambina, che lei trova denutrita e in stato d’ abbandono, e inoltre lui la minaccia dicendole che se tornerà alla scuola lui l’ abbandonerà e se ne troverà un’ altra. Del resto, già i vicini l’ avvertono che durante la sua assenza lui ha cominciato ad uscire con un’ altra. Cosa può fare Naomi? Decide di restare al villaggio.

Godfried e Millicent, la sarta, vanno a cercarla per due volte e davanti al suo rifiuto le propongono di portare con sé anche la bambina più grande ( non sanno ancora del ragazzino). Vengono chiamati gli anziani e il capovillaggio; si discute per ore e così viene fuori tutta la storia: il primo “ matrimonio”, il primo figlio, il primo abbandono e la consapevolezza che la storia sta per ripetersi. Se insisterà a volere diventare sarta sarà abbandonata con quattro figli. Così Naomi decide che non vuole – o forse non può – mandare in rovina anche questo “ matrimonio”. Stanchi, frustrati e impotenti, Godfried e Millicent non possono fare altro che andare via lasciandola in singhiozzi. Per noi che leggiamo è naturale provare rabbia ed è naturale anche farci una domandala: siamo sicuri che il sacrificio delle sue speranze di una vita migliore servirà a tenerle accanto un uomo per il quale lei rappresenta un oggetto, uno strumento evidentemente e velocemente intercambiabile?

Purtroppo la risposta è no. Ci sono alte probabilità che lui la lasci comunque, magari dopo averle fatto fare un altro figlio. E allora perché lei non ha avuto il coraggio di lasciare un uomo simile? Per amore? Ho seri dubbi. Penso piuttosto alla paura, anzi al panico che Naomi deve avere provato all’ idea di rivivere di nuovo l’ incubo di trovarsi di nuovo da sola, senza alcuna protezione. Come si fa a vivere, anzi a sopravvivere senza un uomo? Nessuno gliel’ha mai insegnato. L’ idea che le donne possano non solo sopravvivere, ma addirittura vivere, realizzarsi, mantenere i propri figli senza un uomo accanto non appartiene alla cultura che Naomi e milioni di donne come lei hanno respirato dalla nascita. E così sopportano in silenzio le umiliazioni, il sovraccarico di lavoro, le gravidanze, a volte gli abusi e le violenze per avere una dignità, per non sentirsi annientate, prive di identità.

E’ inutile girarci attorno: il potere tradizionale in Africa e non solo ( troppo facile pensare ad Iran e Afghanistan) è in mano a maschi spesso violenti, ottusi, ignoranti, convinti che orgoglio e onore risiedano nel fare tanti figli di cui non occuparsi. Non eravamo riusciti a salvare la bambina di 12 anni che il padre non ci ha voluto affidare per tenerla a lavorare come una schiava nei campi. E ora Naomi… Quanto è lunga la strada perché milioni di donne non siano più considerate una costola di uomo, una che senza un uomo non sarebbe mai stata creata e il cui compito è che grazie a lei Adamo, prototipo di tutti gli uomini, non si senta solo? Del resto esiste un’ altra versione biblica della creazione: “ Dio creò l’ essere umano, maschio e femmina lo creò” Luciana Riggio

Aggiornamenti di dicembre 2022: le nuove adozioni!

La scuola di sartoria di Kasoa è partita, e attualmente ospita nove ragazze e due bambini, più la sarta.

Le nostre bellissime ragazze con l’uniforme della nostra scuola: l’ hanno tagliata loro e cucita con l’ aiuto della sarta. La faccenda dell’uniforme a noi può sembrare una sciocchezza, in realtà nell’Africa post coloniale e rimasto l’imprinting dato dai bianchi e non c è scuola scalcagnata in remoti villaggi che non obblighi a indossare l’uniforme che dagli allievi e allieve è tenuta in grandissimo conto. Molti non mandano i figli a scuola perché non hanno i soldi per l’uniforme. Allora ho chiesto a Godfried che almeno la stoffa fosse africana e che con l’aiuto della sarta fosse la prima cosa da cucire. Questa è l’uniforme dal lunedì al mercoledì; poi ne avranno una dal giovedì al sabato in modo da cambiarsi e tenerle pulite.

Ultimissime del mattino: le ragazze non chiudevano bene la doccia perché non ne avevano mai vista una. Godfried ha messo un secchio sotto il rubinetto per fare vedere quanta acqua si sprecata e hanno imparato. Però hanno rotto il WC perché anche quello non l’avevano mai visto e non capivano come funzionava. Oggi Godfried chiamerà l’idraulico.

Ultimissime: per prendere le arance da un albero le ragazze hanno tirato pietre e così hanno rotto il vetro posteriore del pulmino di Godfried. Lì per lì come è ovvio mi sono arrabbiata, poi però Godfried e anche la mia amica che lavora in Africa da anni mi hanno aiutato a capire che le ragazze sono abituate nella foresta dove per moltissime cose si usa lanciare pietre, dalla raccolta dei frutti degli alberi a tenere a bada animali pericolosi, gli abitanti sono abituati a tirare pietre. Così con infinita pazienza bisogna guidare le ragazze ad adattarsi al nuovo ambiente.

Giusto per capire lo stato di bisogno in cui vivono queste ragazze.

Belle notizie! Intanto la sarta e molto contenta delle ragazze, tranne due, “che sono un po’ lente nell’apprendere”, come si dice da noi: le altre sono sveglie, piene di entusiasmo e imparano in fretta. Quando non sono impegnate cantano e ballano tra di loro e sono felici. Jennifer, la prima ragazza adottata, ha voluto parlarmi al cellulare di Godfried, mi ha chiamato mamie e mi ha ringraziato. Tutte hanno mandato i saluti a tutti voi. Anche riguardo al vetro rotto, la ragazza ” colpevole” si è subito fatta avanti per dire che era colpa sua ed era proprio dispiaciuta. Credo che vedere che sono sincere e leali non sia cosa da poco e nemmeno scontata. Questo ci da la forza di andare avanti con sempre maggiore entusiasmo.

Le ragazze lavano i sacchi della farina che useranno come stoffa x imparare, così non sprecano la tela costosa

Godfried ha passato la mattina nell’ufficio del governo per cercare di convincerli che che la scuola è gratuita; dato che non ci vogliono credere, domani mattina deve tornarci di nuovo. Al ritorno ha trovato davanti casa la ragazza rifiutata (perché fuori budget) con la madre, in lacrime perché vuole a tutti i costi entrare e dulcis in fundo ha saputo che la tassa d esame è di 40 euro ogni 3 mesi dato che c è un esame ogni trimestre e nella tassa è compresa stoffa, carta da disegno e materiale vario. Lui e la sarta hanno deciso di insistere con le famiglie perché partecipino almeno alla spesa ma vi confesso che sono molto scettica.

Abigail che sembrava non capire niente è riuscita a fare il suo vestitino grazie al fatto che Godfried le parla tutte le mattine per svegliare l’intelligenza che le privazioni del villaggio avevano intorpidito. La ragazza musulmana ultima arrivata non è ancora al pari con le altre per cui non ha fatto il test, ma sta recuperando. Per il test vengono date 2 ore, una per tagliare e una per cucire e lei non ce l’ha fatta a stare nei tempi, perché è arrivata dopo ma Godfried ha pregato la sarta di farle qualche ora di recupero. Non credo di essere di parte nel dire che Godfried sta facendo un lavoro meraviglioso, mi sento molto orgogliosa.

Il gruppo misto composto da Terziotti Carlo ( il signore che ho incontrato in treno) più i coniugi Gottardelli ed Edda Roccato hanno adottato CHRISTOBEL

La zia Fiorenza è la famiglia di Anna Coghi hanno adottato LYDIA

Grazie a Rita, Luciana e soprattutto Milena e Stefano che hanno devoluto l’intero ricavato dalla festa delle loro nozze d’argento sono state adottate MARTHA, REBECCA, ABIGAIL

La famiglia di Alessandra Roccato si è regalata per Natale invece dei soliti doni l adozione di JAMINATOU

E per finire Lollo e le sue amiche conosciute ad Oltredanza si sono organizzate per adottare NAOMI e i suoi bambini

Restano da adottare Edna e Vivian ma confido che anche per loro arriveranno angeli custodi.

Aggiornamento a ottobre 2022

SI PARTE!!!

Inizia l’anno al Centro di Sartoria ad Accra! Così ce lo riferisce Luciana Riggio, dopo settimane di febbrile preparazione, in cui Godfried ha macinato centinaia di chilometri per parlare nei villaggi e per gli adempimenti burocratici:

” Carissime e carissimi,  finalmente vediamo concretizzarsi il nostro progetto,  Godfried oggi va a prendere le ragazze che si inseriranno in quella che per un anno sarà la loro famiglia. Per la cultura africana maternità e paternità non sono biologiche, madre e padre è  chiunque si prenda cura anche a costo di sacrifici personali. A tutti gli effetti noi per loro saremo madri e padri, e in quest’ottica vorrei che accettaste il fatto che, nonostante in base ai nostri calcoli non potessimo mantenerne più di 5 alla fine saranno 10 più una giovane mamma che verrà solo per il corso e ogni sera tornerà a casa dalla sua bambina di 7 mesi. Godfried ha cercato di arginare le richieste, ma appena la gente dei villaggi ha capito di potersi fidare, le richieste sono arrivate a valanga. Godfried ha cercato di operare una selezione ma ad alcune non se l’è sentita di dire di no: una ha solo 12 anni e già suo padre pensava di farla lavorare duramente e senza prospettive, un’altra ha perso il padre la settimana scorsa e la condizione di orfana o vedova è quella di massima fragilità.  Non è un caso che a spingere siano state le madri e non i padri: sono le madri che sanno sulla loro pelle quanto in certi contesti sia difficile e rischioso essere donne. Alla fine anch’io ho detto a Godfried che le previsioni sono una cosa ma la vita le scompiglia e va nella direzione che vuole. Sono consapevole che questo significa raddoppiare i nostri sforzi, io e la nostra meravigliosa vicepresidente siamo già partite a razzo x fare rete e raccogliere donazioni,  vendere asciughini, promuovere ogni sorta di attività che porti denaro nelle nostre casse. Fatelo anche voi più di quanto non lo abbiate già fatto: vedendo i volti delle ragazze capisco quanto sia importante quello che facciamo e trovo nuova forza e nuovo entusiasmo. Spero che ne sarete contagiati anche voi,  vi abbraccio con immenso affetto”

C’era stato un precedente momento di diffidenza da parte delle famiglie: un’offerta così vantaggiosa e gratuita aveva fatto sorgere il sospetto che noi facessimo capo a qualche tratta di schiave (una realtà con cui evidentemente le famiglie africane devono confrontarsi). Allora Godfried ci ha inviato questo messaggio:

“L’obiettivo di AfricAgoo è restituire l’orgoglio e la dignità sottratti alla bambina africana; siamo indirizzati soprattutto verso le ragazze che abbandonano la scuola, i cui genitori difficilmente riescono a sbarcare il lunario ogni giorno. Queste ragazze per lo più e sempre finiscono per abbandonare la scuola. Molte o la maggior parte di queste ragazze hanno talenti nascosti, ma senza alcun aiuto proveniente dal nulla abbandonano i loro sogni e molte a volte diventano ragazze di strada o madri single. Allo stesso tempo, molte o la maggior parte di queste ragazze a volte finiscono come domestiche “cameriere”, come le chiamiamo nelle famiglie della classe media e alta. L’orgoglio di queste sfortunate ragazze viene immediatamente portato via da loro radendole completamente alla testa per mostrare la differenza tra la figlia del capo e le cameriere. Cambiare una ragazza significa che stai già cambiando un’intera famiglia. Forse è lento, ma alla lunga cambierà una comunità e probabilmente un intero paese”

Il 22 settembre, dopo 2 giorni di coda, Godfried e riuscito a far avere alle ragazze il certificato di assicurazione sanitaria (che in Ghana è obbligatorio ma a pagamento), poi le ha portate a vedere scuola e dormitorio, quindi le ha riportate al villaggio. Tutti abbiamo notato che in queste foto i volti delle ragazze sono un po’ tristi, e Godfried ci ha risposto:

Questi sono i veri volti di coloro che sono privati dei loro diritti, intendo i diritti umani. Hanno ragione di essere tristi. Mantieni questa foto: dopo un anno, facciamo loro un’altra foto e confronteremo.

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE LUGLIO 2022:

PROGETTO AGGIORNATO DROP OUT GIRLS
FINALITA’: Il crollo delle strutture socio-economiche tradizionali ha comportato nella quasi totalità degli stati africani la fine di quella rete di protezione che, sia pure con molti difetti, si curava dei soggetti più fragili e più esposti della comunità: gli anziani, le vedove, gli orfani e le adolescenti. Queste ultime, in particolare, sono in uno stato di estrema fragilità. I modelli occidentali propinati attraverso cellulari e
televisione, l‘ assenza di una scuola qualificata e gratuita, la dissoluzione della struttura familiare soprattutto, ma non solo, in area urbana, la mancanza di mezzi di sussistenza hanno fatto sì che ragazze anche giovanissime restino incinte solo per cercare una via d’uscita ad una situazione senza prospettive e senza speranza. La finalità del nostro progetto è quella di ridare a queste ragazze una prospettiva e una
speranza e, contemporaneamente, dato che tutto il personale impiegato è africano, dare un piccolo impulso anche all’ economia locale fuori dalle logiche di sfruttamento che spesso caratterizzano interventi occidentali.
OBIETTIVI: L’ obiettivo è quello di dare una opportunità professionale a ragazze uscite dal circuito scolastico o mai entrate e soprattutto dare loro il senso della propria dignità e del proprio valore in quanto esseri umani, accrescere la loro autostima attraverso l’acquisizione di competenze in campo professionale.
DESTINATARIE: Giovani ragazze espulse dal circuito scolastico perché incinte o troppo povere, prive di mezzi di sussistenza e non qualificate per un lavoro. Il numero sarà di 10 ragazze ogni anno. Dopo attenta riflessione abbiamo deciso di scegliere ragazze provenienti da villaggi poveri e di offrire loro vitto e alloggio e, contemporaneamente, offrire la possibilità di frequentare un corso di sartoria per offrire alla fine del
percorso uno sbocco lavorativo che le metta in grado di mantenersi da sole.
AREA DI REALIZZAZIONE: Area urbana di KASOA ( GHANA)
RISORSE DA REPERIRE: 1) Un edificio con aule da adibire a scuola di cucito e, annesso, un dormitorio.
2) La sarta che tenga il corso di taglio e cucito. ( A tal proposito è fondamentale che si tratti di una persona del luogo sia per incrementare l’economia locale sia per evitare il rischio frequente in caso i progetti siano gestiti da europei che il progetto decada appena il personale operativo abbandona l’area. E’ possibile ed auspicabile invece che volontarie italiane possano recarsi in loco e collaborare ad uno scambio di
esperienze in un’ ottica di saperi condivisi).
3) Una cuoca che si occupi dell’ acquisto e della preparazione del cibo. ( E’ stata subito accantonata l’ idea che le ragazze possano provvedere da sole perché questa pratica invece di risolvere problemi ne creerebbe di nuovi)

COSTI:

1 Step) Costruzione dei 2 edifici.
2 Step) Individuazione della sarta che terrà il corso e accordo sul compenso.
3 Step) Individuazione della cuoca e accordo sul compenso.
4 Step) Raccolta fondi per il pagamento della sarta e della cuoca e soprattutto per l’ acquisto del cibo e il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas.

Stato del progetto al 23 Luglio 2022

Dopo avere verificato in loco lo stato del progetto posso dire che abbiamo fatto miracoli con le scarse risorse a disposizione.
1 Step) E’ stata ultimata la costruzione e il pagamento dell’edificio polivalente il cui piano terra sarà adibito a scuola di cucito e le due stanze al piano superiore a successivi progetti in ambito sanitario. E’ stato complessivamente ultimato l’edificio che fungerà da dormitorio ( Non è stato ultimato il pagamento: restano da pagare 9000 euro per i quali siamo in debito con gli operai).
2 Step) Sono state individuate 2 sarte che lavoreranno con un part time verticale ciascuna dato che in quanto professioniste affermate, non potevano abbandonare il proprio lavoro per dedicarsi interamente alla nostra scuola. Ciascuna delle due verrà pagata 100 euro al mese e lavorerà 3 giorni a settimana dalle 8 alle 16 con un intervallo dalle 12 alle 13 per il pasto di mezzogiorno. Il corso avrò la durata di 12 mesi con una prima verifica dopo 3 mesi, una seconda verifica con esami interni dopo 10 mesi e un’ ultima verifica al termine dei 12 mesi con un esame interno. Chi lo supererà potrà accedere all’ esame di stato con conseguimento di un diploma professionale.
3 Step) E’ stata selezionata la cuoca che penserà all’acquisto del cibo e preparerà la colazione e 2 pasti al giorno. Si tratta di una vedova ( come tale appartiene ad una categoria svantaggiata), molto seria, intelligente e capace che ho già avuto modo di incontrare). Con lei è stato pattuito un compenso di 100 euro al mese.
4 Step) E’, al momento, quello più problematico. “ Africagoo” è una piccola associazione aps che fino ad ora ha potuto contare solo sulle donazioni fatte dai soci ( 8, cui si è appena aggiunto un nuovo socio) e da piccoli donatori che credono nel progetto. Il problema è dato da 2 fattori:
1) il costo del cibo che dopo la pandemia e con la guerra in Ucraina ha raggiunto prezzi proibitivi.
2) diversamente dalle due costruzioni che potevano anche fermarsi ogni qualvolta finivano i fondi in attesa di reperirne altri, la parte viva del progetto richiede assoluta continuità, per cui o aspettiamo di avere almeno 10000 euro che ci consentano di andare avanti almeno alcuni mesi o dovremmo avere delle forme di adozione a distanza in cui singole famiglie o persone si assumano l’impegno di versare una quota anche piccola ma in modo continuativo per un anno.

AGGIORNAMENTO SULLE ADOZIONI A DISTANZA al 24 agosto 2022

Ci siamo lasciati a fine luglio con l’idea delle adozioni a distanza per raccogliere i fondi necessari al mantenimento delle ragazze. L’idea, piuttosto semplice, al momento sta funzionando: in pratica, si tratta di formare 10 gruppi per 10 ragazze. Ogni gruppo, formato più o meno da 10 persone, adotta una ragazza.
Questo significa che, se il gruppo è costituito ad esempio da 10 persone, ognuno, versando una cifra mensile di 15 euro per un totale di 180 euro in un anno, contribuirà ad adottare una ragazza. La cifra, ovviamente, può essere suddivisa o data in un’unica soluzione secondo le esigenze di chi dona. Con questo sistema è già stata adottata la prima ragazza, Jennifer Worlanyo Egloh, proveniente da Havedzi, villaggio molto povero e pieno di malaria al confine col Togo.

Per questa adozione ringrazio Francesca, Rita,Silvia, Noemi, Valeria, Nicoletta, Silvana, Mary e soprattutto Gigi che molto generosamente ha contribuito con 2 quote. La seconda ragazza la adotterò io versando l’intera quota mentre per la terza e quarta ragazza devo ringraziare infinitamente Milena, la nostra vicepresidente e suo marito Stefano che hanno celebrato le loro nozze d’ argento con una bellissima festa e in cambio dei regali hanno chiesto agli invitati di destinare la somma al nostro progetto. A loro volta gli invitati, splendide persone, molto generose, si sono cosi entusiasmati che hanno contribuito con grande generosità, permettendoci di adottare ben 2 ragazze.

Ma le sorprese non finiscono qui perché Carlo, un signore che ho incontrato sul treno Milano-Verona di ritorno dall’ Africa ha tanto creduto nel nostro progetto di cui gli ho parlato durante il viaggio da fare un bonifico che ci permetterà di coprire 3 quote per la quinta ragazza. Purtroppo non ho il suo numero di telefono per dimostrargli la nostra riconoscenza. Se legge queste righe spero si metta in contatto con me. Se ha perso il mio numero gli chiedo di usare la mail del sito, ci terrei moltissimo a esprimergli a voce la mia gratitudine. Restano 5 ragazze e mezzo da adottare ma spero che chi legge queste parole decida di collaborare con un versamento ma soprattutto facendo conoscere il progetto ad altri. Il progetto per crescere ha bisogno di fare rete. Ricordate il proverbio “ Piano piano anche l’uovo cammina e diventa gallina”? Al momento è una giovane pollastrella ma col vostro aiuto diventerà gallina e farà anche tante uova per futuri pulcini.